XV Giornata Nazionale A.D.S.I. - 25 maggio 2025 - Toscana
year 2025
Dal 25-05-2025
Descrizione
In occasione della XV Giornata Nazionale A.D.S.I 2025, si potrà partecipare alle visite guidate gratuite del pian terreno, dei sotterranei e del giardino del Cassero del Castello di Contignano. Orario di apertura: 10:00-13:00 / 14:30-17:30 Prenotazione obbligatoria al form sottostante
Dimora: Cassero del Castello di Contignano
Il Castello di Contignano
Le origini di Contignano sono antichissime e sicuramente antecedenti alla costruzione dell'Abbadia San Salvatore sul Monte Amiata (979). Alcuni studiosi ritengono che una villa romana, risalente al II-III secolo, sia stata il primo insediamento. Questa villa era posta un po' più in basso rispetto a dove sarebbe sorto il castello di cui ancora oggi esistono il cassero, le porte e la cinta muraria. Tra i primi atti documentati nella storia di Contignano c'è la vendita da parte del conte Ildebrando IV Aldobrandeschi dei terreni di Contignano a Foscolo di Pietro Lambardi, un signore appartenente alla piccola nobiltà locale, in data 29 settembre 1028. Successivamente il figlio di Foscolo e di sua moglie Maiza donò all'abbazia di San Salvatore le proprietà tra cui quella di Contignano che rimase al monastero per quasi tre secoli. Il controllo dell’Abbazia sui terreni di Contignano finì nel 1303 poiché venero affidati alla famiglia dei Farnese, già feudatari di alcune proprietà dei monaci dal 1282, attraverso una delibera del Consiglio Generale del Comune di Siena del 28 maggio e ne diventarono effettivi proprietari. Nel 1339 si parla per la prima volta del castello di Contignano in un documento in cui Pietro del fu Ranuccio di Farnese conferisce l'incarico a due ambasciatori di sottoporre il castello, la sua corte e distretto al Comune di Siena. I Farnese rimasero signori di Contignano fino al 6 agosto 1390 quando lo vendettero a Cione di Sandro Salimbeni, ricchissimo e potente cittadino senese. Il figlio Cocco in aperta ostilità con il Comune di Siena fu costretto a sottomettere ai Senesi i suoi numerosi castelli e terre, tra cui Contignano, firmando la pace nel 1404. Cocco riprese a combattere contro i Senesi ma nel 1409 la popolazione di Contignano si ribellò ai Salimbeni e il 7 dicembre dello stesso anno inviò a Siena tre ambasciatori per offrire la loro sottomissione e giurare fedeltà. Da quel momento Contignano diviene libero Comune del territorio della Repubblica senese. Il 30 marzo 1501, nonostante i patti, i senesi vendono le terre di Contignano, ma non il Castello, che era rimasto a Marietta Salimbeni vedova di Cocco sposata successivamente con Antonio Petrucci, ad Antonio Giordano da Venafro, personaggio di risalto nella Siena del Cinquecento. Nel 1515, dopo una contesa con Borghese Petrucci, Antonio Giordano lascia Siena e le sue terre. Successivamente la proprietà proprietà arriverà ai Tolomei e, dopo un breve passaggio, una parte a Sigismondo Chigi e la restante a Marzia Petrucci (cognata di Sigismondo) che nel 1532 sposa Bartolomeo della Staffa, matrimonio raffigurato dallo stemma conservato nel Cassero. Dopo un probabile passaggio alla Famiglia Spennazzi banchieri di Siena, “Giulio Bandinelli, cavaliere di Santo Stefano nel 1617, risulta sposato con Caterina di Ventura Spennazzi, banchiere, personaggio dai documenti presente a Contignano. Suoi figli saranno tra gli altri Tommaso sacerdote ancora vivente nel 1695 e Scipione Bandinelli anch’egli cavaliere di Santo Stefano nel 1617. Nel 1608 il Granduca Ferdinando I conferma l'autonomia di Contignano finché il Granduca Leopoldo II d'Asburgo-Lorena in data 1º gennaio 1778 lo sopprimerà insieme a molti altri comunelli dello Stato fiorentino. Nell’Aprile del 1876 il Cassero con gran parte delle mura castellane e 535 ettari terreno vengono comperati da Antonio Muziarelli proprietario terriero in Monteleone d’Orvieto (TR)
La chiesa di Santa Maria Assunta
La chiesa è attestata già nel 1293, ma ha perduto le antiche forme romaniche. L'interno, coperto a capriate, presenta una decorazione a stucco di gusto barocco. Nella controfacciata, due tele dei primi del Seicento, un Miracolo di Sant'Eustachio e l'Incoronazione della Vergine e Santi. All'altare destro, una tavola di scuola senese degli inizi del XVI secolo, con l'Incoronazione della Vergine. Un recente restauro ha permesso di recuperare al di sotto di essa l'adiacente Incoronazione della Vergine assegnata ad un pittore umbro-marchigiano della seconda metà del Trecento. Nell'altare opposto è una Crocifissione seicentesca. Nella parete di fondo, due ovali settecenteschi con San Francesco di Paola e il Beato Bernardo Tolomei.
Prenotazioni concluse
Contatti
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