III edizione Carte in dimora 2024 - Archivi e Biblioteche: storie tra passato e futuro - 12 ottobre 2024 - Toscana
year 2024
Dal 12-10-2024
Descrizione
In questa occasione sarà possibile accedere gratuitamente alla sala espositiva della Storia e Genealogia del casato dei Fondra. Il visitatore, attraverso i documenti esposti, sarà guidato in un percorso storico che inizia dal 1148 con la concessione del feudo della Val Fondra e che racconta la storia e l'esatta genealogia dei principali rami della famiglia. La visita guidata sarà curata dai proprietari. Orario di apertura: 9.30-12.30/15.00-18.00 Prenotazione obbligatoria al form sottostante
Dimora
A Villa Tambelllini de Fondra esiste una "Sala espositiva della storia e della genealogia del casato Fondra" dove sono raccolti i documenti conservati negli archivi (molti in forma autenticata) e dove è rappresentata la genealogia della famiglia e dei rami principali, con alberi genealogici redatti da noti studiosi (Palazzi Trivelli di Sondrio, Marco Tizzoni per quanto riguarda gli alberi derivanti da atti notarili del settore minerario, Luigi Borgia di Arezzo ecc.). Il casato Fondra nasce nel 1148 da un ramo dei Capitanei de Scalve, prendendo il nome dalla località "Fondra", centro della loro giurisdizione, concessione feudale del Vescovo Gerardo da Bonate di Bergamo in data 31 agosto 1148 (il documento è conservato in originale all'Archivio Arcivescovile di Bergamo e in forma autenticata a Villa Tambellini de Fondra). Il casato è proprietario della Torre di Fondra, del Castello di Bordogna e della rispettiva torre. Alla fine del Trecento partecipa alla lotta tra Guelfi e Ghibellini, con Lorenzo Fondra detto Triaca come capo fazione Ghibellino. Nel 1409 è presente con Bonazolo Fondra, alla consegna di Bergamo a Pandolfo Malatesta. Bono Fondra nel 1512 sposa Elisabetta Tasso. I Tasso sono inventori del sistema postale e annoverano Torquato Tasso. Il ramo tedesco della famiglia si chiama Thurn und Taxis. Un ramo della famiglia con a capo Francesco Fondra detto Tambellino si trasferisce a Ferrara (la famiglia viene iscritta alla nobiltà cittadina); alcuni membri di questo casato si trasferiscono nella confinante Repubblica lucchese.