XIV GIORNATA NAZIONALE - DOMENICA 26 MAGGIO 2024 - QUI L'ELENCO - Toscana
year 2024
Dal 26-05-2024
Descrizione
In occasione della XIV Giornata Nazionale A.D.S.I. 2024 il Giardino Torrigiani sarà visitabile gratuitamente. Prenotazione obbligatoria al form sottostante. Orario di apertura: 10:00-13:00/15:00-18:00
Dimora: Giardino Torrigiani
Nella parte finale di via de’ Serragli è situato il giardino dei Torrigiani, il più grande giardino privato entro le mura di Firenze. La proprietà appartiene alla famiglia dal XVI secolo, che già allora era nota per le coltivazioni rare, caratteristica che mantenne con lo scorrere dei secoli. Nel 1798 Pietro Guadagni (1773-1848) ereditò dallo zio materno, il cardinale Luigi Torrigiani, terreni e ville in tutta la Toscana e tre palazzi in città tra cui il casino ed il giardino in via del Campuccio. L’eredità sarebbe stata resa effettiva purché Pietro, per continuare la dinastia dei Torrigiani, cambiasse il proprio cognome paterno con quello della madre Teresa Maria Torrigiani. Accettato di buon grado la clausola, il marchese Pietro Torrigiani nel giro di pochi anni ingrandì il giardino dello zio, acquistando nuovi terreni, fino a raggiungere il convento della Calza, per un totale di dieci ettari! Pietro Torrigiani dedicò molto del suo tempo a far rivivere e a migliorare la sua proprietà. Tra il 1813 ed il 1814 l’architetto Luigi De Cambray Digny (1778-1843) fu incaricato di progettare un nuovo giardino. L’impostazione e l’ideazione dei percorsi rispecchiavano la moda di costruire “all’inglese” - affiancando zone che ricostruivano un’ideale Arcadia, a personaggi tratti dai poemi cavallereschi o architetture di ispirazione neogotica - ma erano anche la proiezione di un itinerario simbolico, interpretato in chiave massonica. Il giovane Gaetano Baccani (1792-1867) sostituì il Cambray Digny nella direzione dei lavori; costruì il torrino neogotico - alludente tra l’altro allo stemma ed al cognome dei Torrigiani - il sepolcreto, ritagliò i merli delle mura medicee e allestì l’ippodromo. Il visitatore viene accolto all’ingresso da una raffigurazione di Osiride, divinità agricola e dio dei defunti e della resurrezione, che sorregge delle tavole sulle quali sono incise le regole a cui bisogna attenersi: infatti nel 1824 il giardino veniva aperto al pubblico. Le diverse vie da seguire nella visita al giardino erano indicate da mani di marmo poste su colonne; l’itinerario movimentato dall’alternanza, che aveva certo significati simbolici, di giardini formali, zone a prato e zone boscose, era contrassegnato dalla presenza di numerose opere, oggi non più esistenti. Alcune zone erano adibite al pascolo degli animali, tra cui cervi e caprioli, - che all’interno delle mura cittadine costituivano una ricercata rarità - mentre le mura di cinta erano state decorate con scene campestri ed architetture in rovina. Non lontano vi era la grotta di Merlino, figura che alludeva alle forze interiori dell’uomo, che ognuno può utilizzare secondo la propria volontà. Passando da un tempietto arcadico si arrivava al ginnasio dove si giocava al pallone, si tirava con l’arco, con la pistola e la carabina, davanti ad un anfiteatro in pietra. Un fitto bosco conduceva poi al torrino, simbolo con i suoi tre piani interni, dei tre gradi del passaggio dal mondo profano a quello iniziatico della tradizione massonica. Alto ventidue metri nascondeva al suo interno una libreria, un osservatorio astronomico e armi da difesa. Oltre ai suggestivi percorsi simbolici, il giardino era noto fin dal Seicento soprattutto per la sua importanza botanica: numerosissime le piante coltivate, 5.500 le piante in vaso e 13.000 in terra, tra cui anche piante esotiche. Agrumi, camelie, rododendri, che ancor’oggi possiamo vedere nel prestigioso vivaio di piante ornamentali e da appartamento, costituivano le coltivazioni predilette. Il grandioso parco Torrigiani si è conservato sino ad oggi in ottimo stato e gli attuali proprietari continuano con amore e dedizione alla manutenzione di uno spazio verde così vasto che ha mantenuto inalterato, a differenza di altri giardini, il suo carattere di unitarietà nonostante il frazionamento immobiliare.