- Toscana
year 2021
Dal 23-05-2021
Descrizione
Visita al museo. Si segnala il passaggio a Fivizzano nella mattinata di domenica 23 maggio 2021 (dalle ore 8.00 alle ore 11,30 circa) del corteo di auto storiche “Terre di Canossa”
Dimora
Il Museo di San Giovanni in Fivizzano, inaugurato nell’estate del 2009, è situato in quello che un tempo fu la trecentesca chiesa di San Giovanni Battista, terribilmente danneggiata a causa del terremoto del 1920 e conseguentemente demolita per fare spazio ad una nuova struttura che oggi risulta riqualificata e rivalutata in quanto sede dell’allestimento museale in questione, costituito da oggetti sacri appartenenti alla chiesa stessa ed al convento degli Agostiniani. La chiesa di San Giovanni Battista fu realizzata nel 1335, consacrata nel 1336, ed affidata agli Agostiniani fin dal loro insediamento in Fivizzano alla fine del XIV secolo; fu fortemente voluta da Puccio di Duccio Bosi della Verrucola, nonno paterno di Andreola, quest’ultima madre di Tommaso Parentucelli che prese il nome di Niccolò V quando divenne Papa (dal 1447 al 1455). Nel Museo di San Giovani è esposta una preziosa collezione a carattere religioso composta da un armadio con ante dipinte proveniente dal convento di San Francesco, reliquiari lignei, calici, pissidi, teche per ostie, turibolo, aspersorio, vasetto per olii santi, navicella ed ostensorio in argento; il più antico e prestigioso oggetto è un armadio delle reliquie in miniatura, il trittico reliquiario in legno, del 1584 e di sicura provenienza romana. Altro reliquiario in legno di notevole prestigio è il busto di Papa Alessandro VII della metà del 1600 e di manifattura fiorentina; la serie dei reliquiari lignei è completata da dieci contenitori, tutti di manifattura toscana, di cui tre ad urna del 1600, sei ad ostensorio della metà del 1700 ed uno a tabella della seconda parte del secolo. Per quanto riguarda le argenterie, l’oggetto più antico conservatosi è il turibolo di manifattura romana e databile nella metà del 1600 mentre l’ostensorio risale al 17623 e presenta caratteri di oreficeria toscana; i calici, eseguiti nella metà del 1700, sono in stile fiorentino mentre le teche per le ostie, sempre di manifattura fiorentina, sono del 1800. Sono esposti anche quattro quadri di grande rilevanza artistica ovvero “L’Annunciazione” di Stefano Lemmi, allievo di Guido Reni, chiamato ad operare, per la sua grande capacità pittorica, anche a Palazzo Fantoni-Bononi in Fivizzano, a Cerignano nel chiostro del convento del Carmine, a Monzone in villa Giannetti, a Sarzana nel chiostro di San Francesco, nonché a Massa nella grotta del Nettuno in Palazzo Ducale, o Palazzo Rosso, “L’Ultima Cena” di Bernardino Lemmi, padre di Stefano, del 1600, la “Madonna e i Santi Filippo Neri, Francesco, Antonio da Padova e Giuseppe in adorazione della Trinità” di autore ignoto e del XVII secolo e “San Nicola da Tolentino” di Zanobi Machiavelli del XV secolo e di scuola fiorentina, restaurato dalla Soprintendenza ai Beni di Pisa nel 1970 circa insieme al monumento funebre di Leonardo da Vallazzana. Sono visibili anche le mura perimetrali medievali della chiesa di San Giovanni Battista venute alla luce durante gli scavi archeologici effettuati nel 2001 e abilmente protette da una paratia in vetro che ne permette la visione nonché due enormi capitelli ed una base di colonna, appartenuti alla chiesa trecentesca, che fanno parte dell’esposizione museale. All’interno del museo è presente, inoltre, la cappella edificata all’indomani del terremoto del 1920 sulle spoglie della chiesa di San Giovanni Battista, cappella che contiene l’unico altare della chiesa non danneggiato dall’evento sismico e il monumento funebre in marmo del 1529 di Frate Leonardo da Vallazzana, personaggio di notevole spessore, grande teologo appartenente all’ordine Agostiniano di Fivizzano, che nel 1497 dal pulpito di Santo Spirito in Firenze lesse la scomunica, inviata da Papa Alessandro VI, a Savonarola. Nella cappella, magistralmente affrescata, è anche possibile ammirare, oltre a varie sculture di stampo prettamente religioso, la Croce della Passione, oggetto della devozione popolare. In occasione dell’inaugurazione del museo e nei giorni successivi, è stato ospitato ed esposto il parato di Niccolò V, proveniente dal Museo del Bargello di Firenze, ed appartenuto a Fivizzano. Il parato in terzo, o ternario, composto da una pianeta, due tonacelle, due stole, tre manipoli, un velo da calice, una busta, un paliotto ed un piviale, fu, infatti, donato alla chiesa di San Giovanni Battista nel 1583 da Papa Gregorio XIII e venduto nel 1937 dal Comune di Fivizzano che con il ricavato costruì l’asilo infantile del capoluogo; opera di grande valore artistico fu donato nel 1450 dalla città di Siena a Niccolò V in occasione della canonizzazione di San Bernardino.
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Contatti
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